NL|05 – 8 febbario 2016
Stanchezza, spossatezza, difficoltà di concentrazione possono dipendere da una carenza di ferro…
La carenza di ferro con o senza anemia ha un notevole impatto sulla salute, ed è associata a una scarsa qualità di vita. Tra i principali e più comuni sintomi che derivano dalla carenza di ferro rientrano la stanchezza grave e spossatezza, la predisposizione allo stress e un calo delle prestazioni. A sua volta questo si ripercuote negativamente sulla produttività e la capacità lavorativa. Livelli ridotti di ferro infatti riducono il metabolismo energetico in generale che si traduce in una inadeguata produzione di globuli rossi e quindi in una insufficiente ossigenazione di ogni componente dell’organismo.
Così la carenza di ferro riduce la funzionalità del cervello, influendo negativamente sulla memoria, la capacità di concentrarsi e sull’apprendimento. Ma, come detto, non è solo il cervello a soffrire per questa condizione; nel lungo periodo, tale deficit determina infatti un abbassamento della soglia del dolore, altera il meccanismo che controlla la temperatura corporea, fa aumentare la caduta dei capelli e diminuisce l’efficienza del sistema immunitario, rendendo più vulnerabili alle infezioni. Particolarmente a rischio sono gli adolescenti, le donne incinte gli anziani e i soggetti vegetariani, che dovrebbero essere attentamente monitorati in tal senso.
Tra gli adolescenti in sovrappeso ad esempio, la carenza del prezioso minerale risulta molto frequente, non perché non soddisfino il loro desiderio di “mangiare”, ma perché si nutrono con il “cibo spazzatura”, ad alto contenuto calorico, ma povero di sostanze nutrienti.
Nelle donne in gravidanza invece se le riserve sono basse (perché a volte si omette il controllo nutrizionale), la richiesta supplementare di ferro dovuta alla rapida crescita del bambino durante gli ultimi sei mesi di gestazione, potrebbe determinare uno stato di carenza potenzialmente in grado di rallentare la crescita cerebrale del bambino. Lo stato di carenza nelle persone anziane infine, è spesso determinato sia da diete povere sia da una ridotta capacità di assorbimento di ferro da parte del canale digerente.
Qualunque sia l’età o il sesso è dunque evidente che sono molti i motivi per cui bisogna avere un occhio di riguardo sulla quantità di ferro assunta quotidianamente. Purtroppo lo sviluppo dell’anemia da carenza di ferro è molto lento e questo garantisce all’organismo la capacità di adattarsi progressivamente alla diminuzione dell’emoglobina circolante. Ne consegue che il quadro clinico, nella maggior parte dei casi, è sfumato e difficilmente riconoscibile. Solo le indagini ematochimiche permettono di diagnosticare l’anemia e la causa che l’ha determinata.
La gestione della carenza di ferro e dell’anemia ha come obiettivo l’apporto di quantitativi sufficienti di ferro per normalizzare e mantenere livelli target di emoglobina, stimolando una corretta eritropoiesi e ricostituendo le riserve di ferro nell’organismo. La terapia dovrebbe in primo luogo correggere, dove possibile la causa scatenante l’anemia (ad esempio, correzione dell’alimentazione, cura appropriata della patologia di base) e quindi la carenza di ferro con integratori specifici.
La terapia con integratori di ferro, se ben condotta, è infatti, in grado di correggere l’anemia in breve tempo ma è spesso gravata da fastidiosi effetti collaterali, come il bruciore allo stomaco, i crampi addominali e la diarrea.
Per evitare di incorrere in queste problematiche risulta determinante la scelta del tipo di ferro da assumere.
Kentofer sfrutta l’originale tecnologia liposomiale Lipofer®(pirofosfato ferrico micronizzato e microincapsulato in liposomi) che rende il ferro altamente biodisponibile, ben tollerato e rapidamente assorbibile.
Il ferro kentofer viene assorbito direttamente a livello intestinale, non presenta lo sgradevole sapore metallico e risulta privo dei tipici effetti collaterali legati all’assunzione del ferro.
Kentofer inoltre dispone di studi clinici che ne hanno dimostrato l’efficacia sull’uomo e la superiorità nel confronto con altre forme di ferro.
Kentofer è indicato in tutte quelle condizioni in cui è necessario ripristinare i valori di sideremia ed emoglobina, dalla carenza marziale lieve o moderata alla anemia sideropenica ed è disponibile in tre diverse forme farmaceutiche che consentono di scegliere l’opzione più adatta alle esigenze di ogni paziente (dal bambino all’anziano)